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Yacht Club Italiano: Carlo Cameli è il nuovo Presidente per il quadriennio 2024-2027

Yacht Club Italiano: Carlo Cameli è il nuovo Presidente per il quadriennio 2024-2027

Ufficio Stampa YCI

  • 12/12/2023 07:50

La Direzione Generale dello Yacht Club Italiano per il quadriennio 2024/2027: Carlo Cameli è il nuovo Presidente dello YCI

Domenica 10 dicembre si è tenuta la prima riunione del nuovo Consiglio Direttivo dello Yacht Club Italiano. In tale occasione sono state deliberate le nomine dell’Ufficio di Presidenza che ha attribuito gli incarichi sociali ai membri eletti della nuova Direzione Generale. All’unanimità è stato eletto Presidente per il prossimo quadriennio il genovese  Carlo Cameli  che succede a  Gerolamo Bianchi . “ È con grande piacere che ‘cedo il timone’ a Carlo Cameli – così il Presidente uscente Bianchi – con la certezza che farà un magnifico lavoro, in quell’ottica di continuità e rinnovamento che sono stati i pilastri del lavoro di tutta la Direzione Generale. A loro va il mio personale ringraziamento per l’impegno profuso negli anni del mio mandato, mentre alla nuova dirigenza il mio sincero augurio di continuare con entusiasmo ed energia, nel ruolo di custodi dei valori propri del nostro sport, e delle tante attività che vedono lo Yacht Club Italiano protagonista della vela nazionale e non dal 1879 ”.   Oltre alla nomina di Carlo Cameli, questi i membri della nuova dirigenza dello YCI:   

Vice Presidenti: Gregorio Gavarone e Nicolò Caffarena; Segretario Generale: Raffaello Corradi; Tesoriere: Renato Rovida; Direzione Sportiva: Alberto Magnani; Direzione Sede Nautica: Andrea Ghisalberti; Direzione Sede Sociale: Luigi Strata; Direzione Scuola Vela e Scuola di Mare: Gian Maria Celle; Direzione Agonistica: Pietro Seghezza; Direzione Rapporti Internazionali: Andrea Bianchedi; Direzione Cultura e Biblioteca: Francesco Foppiano; Direzione Attività Giovanili: Michele Remagnino; Membri: Riccardo Casale – Jean Dufour.  

Carlo Cameli Genovese, classe 1952, Socio YCI dal 1965 (58 anni). Tre figlie Valentina, Caterina e Beatrice. Due sorelle, Chiara Bruzzo e Annaluisa Leteo. Mamma (Giovanna) - mancata nel 2014 - Socia YCI per quasi 60 anni anche lei. Legato al mare da sempre sia per lavoro che per diletto. Inizia il suo percorso giovanile con la vela agonistica, FJ, J24, IOR e Dinghy. Attualmente è armatore dell’Hallberg Rassy 45 Blue Indy con cui veleggia il più possibile e non fa mai mancare la sua presenza alla Giraglia, regata particolarmente sentita dalla famiglia Cameli che con il Baglietto EA l’ha vinta in tre occasioni (1953, 1956, 1959). Vissuto per lavoro a Ravenna (1986/1989) e a Roma (1989/2021), con profonde radici genovesi mai dimenticate. Dopo una vita professionale iniziata nei primi anni Settanta nella società di famiglia, all’epoca una delle compagnie armatrici più grandi d’Europa, ha proseguito la sua carriera arrivando ricoprire il ruolo di Direttore Generale della Fratelli D’Amico S.p.A. per oltre un ventennio. Dal 2019, rientrato nella sua Genova, è senior advisor per il settore dello shipping per il fondo d’investimento DEA Capital.   

www.yachtclubitaliano.it

LO YACHT CLUB ITALIANO 

Fondato a Genova nel 1879, lo Yacht Club Italiano è il più antico club velico d'Italia. Con sede nel Porticciolo Duca degli Abruzzi, lo YCI ha sempre avuto come obiettivi la diffusione dello yachting e l’organizzazione di regate: La Rolex Giraglia, il Trofeo SIAD Bombola d’oro, la Millevele, il Grand Prix d’Italie Mini 6.50 Coppa Alberti, Le Regate di Primavera - Portofino, la Genova Sailing Week, l'International Genoa Winter Contest e molte altre ancora; 12 mesi di attività in mare e a terra dai piccoli Optimist fino ai grandi Maxi Yacht. Su queste regate e sulla sua lunga tradizione poggia le basi il futuro del Club, pronto a misurarsi con nuove sfide.

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Yacht Club Italiano, cambio al vertice: Cameli presidente e Gavarone vice

Il ruolo di general manager dello storico “salotto” genovese della vela andrà a una donna e a un giovane

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La sede dello Yacht Club Italiano a Genova

Genova – «Ho respirato mare da quando sono nato. Non potrei fare altro», dice Carlo Cameli. Nipote e omonimo del capostipite di quella che per alcuni è stata la più potente dinastia dell'armamento italiano , stesso nome di quella che fu la più grande motonave del mondo negli Anni Sessanta, Cameli da ieri è il nuovo presidente dello Yacht Club Italiano di Genova, tra i più antichi e blasonati yacht club del Mediterraneo, ma anche azienda da circa 4 milioni di fatturato e 35 dipendenti.

A nominarlo per il quadriennio 2024/27 è stata la direzione generale del sodalizio, riunitasi per la prima volta dopo le elezioni, che l’hanno composta, nella sede del Porticciolo Duca degli Abruzzi. Genovese, classe 1952, una carriera ventennale nello shipping che lo ha portato a vivere a Ravenna e Roma («Ma con radici genovesi mai dimenticate»), ex direttore generale della Fratelli d’Amico Armatori, senior advisor sempre per lo shipping del fondo Dea Capital, il neopresidente ha tre figlie, Valentina, Caterina e Beatrice, e due sorelle, Chiara Bruzzo e Annaluisa Leteo. «Per me lo Yacht Club Italiano è tutto», dice. Lui è socio del club da 58 anni, sua madre Giovanna, scomparsa nel 2014, lo era da quasi sessanta. Velista regatante sulle derive e nell’altura, è armatore di un Hallberg Rassy 45, che ha battezzato Blue Indy. Il mare è di famiglia. I Cameli quanto a barche hanno armato Mayfly, un due alberi di 30 metri; EA,uno sloop Baglietto di 19,30 metri, tre vittorie nella Giraglia; il Cerida, uno sloop del 1938.

Il club ha inoltre due nuovi vicepresidenti. Si tratta di Gregorio Gavarone e Nicolò Caffarena . Il primo, un altro nome di spicco dello shipping, con una lunga carriera che inizia presso la Banchero & Costa e prosegue in Rimorchiatori Riuniti Spa, azienda fondata dal nonno, di cui è stato ad e presidente esecutivo, nonché presidente della subholding Rimorchiatori Mediterranei. Caffarena è manager del gruppo Arvedi ed è il segretario generale uscente del club, incarico che ha coperto per otto anni.

Cameli parla di futuro, ma anche di tradizione. Quella dello Yacht Club Italiano risale al 1879 , per volere di un gruppo di appassionati, tra cui Vittorio Augusto Vecchi, stirpe patrizia, il padre Candido Augusto amico di Garibaldi e con una vita da film. Vecchi, che era anche conosciuto come Jack la Bolina, pseudonimo con cui firmava libri di mare e che trasse dal libro “L’ultimo dei Mohicani” (1826) dello statunitense James Fenimore Cooper, fonda con l’adesione del Re Umberto I, il Regio Yacht Club Italiano, che presiederà. L’8 agosto 1880, la regata inaugurale che apre la stagione sportiva del sodalizio. E da allora è storia che si perpetua. Cameli riceve il testimone dal presidente uscente Gerolamo Bianchi, emerito della Reumatologia, ma idealmente anche da Jack la Bolina.

Le elezioni dello YCI si sono svolte tra novembre e i primi giorni di dicembre. Ci sono state le candidature ai quindici posti di componente della direzione generale, la votazione (si sono espressi circa la metà dei 1.100 soci), la composizione dell’ufficio di presidenza e l’attribuzione degli incarichi sociali . Così, è segretario generale Raffaello Corradi; tesoriere il commercialista Renato Rovida; la direzione sportiva va ad Alberto Magnani; quella della sede nautica ad Andrea Ghisalberti (il candidato più votato in assoluto, che dovrà fare da trait d’union tra la direzione e i soci), la direzione della sede sociale a Luigi Strata; quella della scuola vela e Scuola di Mare a Gianmaria Celle; la direzione agonistica a Pietro Seghezza; quella dei rapporti internazionali ad Andrea Bianchedi (una delega istituita dal nuovo corso), la direzione per la cultura e biblioteca a Francesco Foppiano; quella per le attività giovanili a Michele Remagnino. Fanno parte della direzione anche Riccardo Casale, ceo uscente di Ansaldo Nucleare, e l’imprenditore Jean Dufour.

Il discorso di insediamento di Cameli alla festa di Natale del club del 16 dicembre . In arrivo, ad aprire ai giovani e a una presenza più “rosa”, l’incarico che è stato del general manager Emanuele Bassino, storica figura di riferimento, al tandem costituito dall’ex azzurro del 470 Matteo Capurro, 31 anni e da Angiola Ferro. Nota amara, la scomparsa di Armanda Bianchini, dipendente quarantennale del club. La storia è fatta dagli uomini, donne e anche dal loro ricordo.

I commenti dei lettori

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Genova, cambio al vertice dello Yacht Club Italiano: il nuovo presidente è Cameli

di Redazione

Come general manager ci sarà una donna invece

Genova, cambio al vertice dello Yacht Club Italiano: il nuovo presidente è Cameli

Carlo Cameli è il nuovo presidente dello Yacht Club Italiano di Genova. Nipote di una delle più potenti famiglie dell'armamento italiano se non la più potente. Lo Yacht Club Italiano di Genova, è tra i più antichi del Mediterraneo, l'azienda fattura 4 milioni e ha 35 dipendenti.

E' stato nominato dalla direzione generale del sodalizio per il quadriennio 2024/27. Genovese, classe 1952 e con una carriera ventennale nello shipping, ex direttore generale della Fratelli d’Amico Armatori, senior advisor sempre per lo shipping del fondo Dea Capital. E' socio del club da 58 anni. Il mare per lui è di famiglia, è anche velista regatante. I Cameli hanno armato Mayfly, un due alberi di 30 metri; EA,uno sloop Baglietto di 19,30 metri, tre vittorie nella Giraglia; il Cerida, uno sloop del 1938.

Il club ha poi acquisito due nuovi vicepresidenti, Gregorio Gavarone e Nicolò Caffarena. Il primo, un altro nome di spicco dello shipping, con una lunga carriera alle spalle. Caffarena è manager del gruppo Arvedi ed è il segretario generale uscente del club, incarico che ha coperto per otto anni.

Con questo nuovo vertice si guarda al futuro ma senza dimenticare la tradizione, quella dello Yacht Club Italiano che risale al 1879, per volere di un gruppo di appassionati, tra cui Vittorio Augusto Vecchi e Candido Augusto amico di Garibaldi.

Le elezioni dello YCI si sono svolte tra novembre e i primi giorni di dicembre. Ci sono state le candidature ai quindici posti di componente della direzione generale, la votazione ad esprimersi è stata la metà dei 1.100 soci. L’incarico che è stato del general manager Emanuele Bassino, va invece a una donna, Angiola Ferro.

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Yacht Club Italiano, Carlo Cameli eletto presidente

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La prima riunione del nuovo Consiglio Direttivo dello Yacht Club Italiano ha attribuito gli incarichi sociali per il quadriennio 2024/2027

Domenica 10 dicembre sono state deliberate le nomine dell’Ufficio di Presidenza che ha attribuito gli incarichi sociali ai membri eletti della nuova Direzione Generale . All’unanimità è stato eletto Presidente per il prossimo quadriennio il genovese Carlo Cameli che succede a Gerolamo Bianchi . “ È con grande piacere che ‘cedo il timone’ a Carlo Cameli – così il Presidente uscente Bianchi – con la certezza che farà un magnifico lavoro, in quell’ottica di continuità e rinnovamento che sono stati i pilastri del lavoro di tutta la Direzione Generale. A loro va il mio personale ringraziamento per l’impegno profuso negli anni del mio mandato, mentre alla nuova dirigenza il mio sincero augurio di continuare con entusiasmo ed energia, nel ruolo di custodi dei valori propri del nostro sport, e delle tante attività che vedono lo Yacht Club Italiano protagonista della vela nazionale e non dal 1879 ”.

Il  nuovo  direttivo dello YCI Presidente: Carlo Cameli; Vice Presidenti: Gregorio Gavarone e Nicolò Caffarena; Segretario Generale: Raffaello Corradi; Tesoriere: Renato Rovida; Direzione Sportiva: Alberto Magnani; Direzione Sede Nautica: Andrea Ghisalberti; Direzione Sede Sociale: Luigi Strata; Direzione Scuola Vela e Scuola di Mare: Gian Maria Celle; Direzione Agonistica: Pietro Seghezza; Direzione Rapporti Internazionali: Andrea Bianchedi; Direzione Cultura e Biblioteca: Francesco Foppiano; Direzione Attività Giovanili: Michele Remagnino; Membri: Riccardo Casale – Jean Dufour.

Carlo Cameli Genovese, classe 1952, Socio YCI dal 1965 (58 anni). Inizia il suo percorso giovanile con la vela agonistica, FJ, J24, IOR e Dinghy. Attualmente è armatore dell’HR 45 Blue Indy. Non manca mai alla Giraglia, regata particolarmente sentita dalla famiglia Cameli che con il Baglietto EA l’ha vinta in tre occasioni (1953, 1956, 1959). Vissuto per lavoro a Ravenna (1986/1989) e a Roma (1989/2021), con profonde radici genovesi mai dimenticate. Dopo una vita professionale iniziata nella società di famiglia, ha proseguito la sua carriera arrivando ricoprire il ruolo di Direttore Generale della Fratelli D’Amico S.p.A. Dal 2019, rientrato nella sua Genova, è senior advisor per il settore dello shipping per il fondo d’investimento DEA Capital.

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Argomenti: Daily Nautica , Genova

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La Direzione Generale dello Yacht Club Italiano per il quadriennio 2024/2027: Carlo Cameli è il nuovo Presidente dello YCI

Domenica 10 dicembre si è tenuta la prima riunione del nuovo Consiglio Direttivo dello Yacht Club Italiano. In tale occasione sono state deliberate le nomine dell’Ufficio di Presidenza che ha attribuito gli incarichi sociali ai membri eletti della nuova Direzione Generale.

All’unanimità è stato eletto Presidente per il prossimo quadriennio il genovese  Carlo Cameli  che succede a  Gerolamo Bianchi . “ È con grande piacere che ‘cedo il timone’ a Carlo Cameli  – così il Presidente uscente Bianchi –  con la certezza che farà un magnifico lavoro, in quell’ottica di continuità e rinnovamento che sono stati i pilastri del lavoro di tutta la Direzione Generale. A loro va il mio personale ringraziamento per l’impegno profuso negli anni del mio mandato, mentre alla nuova dirigenza il mio sincero augurio di continuare con entusiasmo ed energia, nel ruolo di custodi dei valori propri del nostro sport, e delle tante attività che vedono lo Yacht Club Italiano protagonista della vela nazionale e non dal 1879 ”.   Oltre alla nomina di Carlo Cameli, questi i membri della nuova dirigenza dello YCI:    Vice Presidenti: Gregorio Gavarone e Nicolò Caffarena; Segretario Generale: Raffaello Corradi; Tesoriere: Renato Rovida; Direzione Sportiva: Alberto Magnani; Direzione Sede Nautica: Andrea Ghisalberti; Direzione Sede Sociale: Luigi Strata; Direzione Scuola Vela e Scuola di Mare: Gian Maria Celle; Direzione Agonistica: Pietro Seghezza; Direzione Rapporti Internazionali: Andrea Bianchedi; Direzione Cultura e Biblioteca: Francesco Foppiano; Direzione Attività Giovanili: Michele Remagnino; Membri: Riccardo Casale – Jean Dufour.   Carlo Cameli Genovese, classe 1952, Socio YCI dal 1965 (58 anni). Tre figlie Valentina, Caterina e Beatrice. Due sorelle, Chiara Bruzzo e Annaluisa Leteo. Mamma (Giovanna) – mancata nel 2014 – Socia YCI per quasi 60 anni anche lei. Legato al mare da sempre sia per lavoro che per diletto. Inizia il suo percorso giovanile con la vela agonistica, FJ, J24, IOR e Dinghy. Attualmente è armatore dell’Hallberg Rassy 45 Blue Indy con cui veleggia il più possibile e non fa mai mancare la sua presenza alla Giraglia, regata particolarmente sentita dalla famiglia Cameli che con il Baglietto EA l’ha vinta in tre occasioni (1953, 1956, 1959). Vissuto per lavoro a Ravenna (1986/1989) e a Roma (1989/2021), con profonde radici genovesi mai dimenticate. Dopo una vita professionale iniziata nei primi anni Settanta nella società di famiglia, all’epoca una delle compagnie armatrici più grandi d’Europa, ha proseguito la sua carriera arrivando ricoprire il ruolo di Direttore Generale della Fratelli D’Amico S.p.A. per oltre un ventennio. Dal 2019, rientrato nella sua Genova, è senior advisor per il settore dello shipping per il fondo d’investimento DEA Capital. 

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Yacht Club Italiano, via alle elezioni. Tra i candidati Cameli e Gavarone

I soci del salotto genovese della vela e dell’economia rinnovano la direzione: in 17 per 15 posti

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Tempo di elezioni per lo Yacht club italiano

Genova – Diciassette candidati per quindici posti nella direzione generale dello Yacht Club Italiano, tra i più antichi (1879) e blasonati yacht club del Mediterraneo, “salotto” della vela e dell’economia cittadino. La novità è che non si ripresentano il presidente e vicepresidente in carica, rispettivamente Gerolamo Bianchi, medico specializzato in Reumatologia e Medicina fisica e della Riabilitazione, nonché direttore del Dipartimento Apparato Locomotore dell’Asl Genovese, e Matteo Berlingieri, broker assicurativo e capo dell’intermediazione di Howden/Assiteca. E ancora, che tra i diciassette non ci sono donne, a differenza dell’attuale direzione (le uscenti Laura Craighero Martinoli e Cristina Novi).

I circa 1.100 soci saranno chiamati a votare – possono esprimere da uno a quindici voti, anche per posta – entro metà novembre. Quindi si riunirà la nuova direzione generale, che dovrà nominare l’ufficio di presidenza con le cariche di vertice e deleghe entro Natale. Nessuna battaglia di liste, ma un unico elenco di nomi, ciascuno dei quali proposto da quattro soci. Eletti i quindici più votati.

Il presidente Bianchi, a chi gli ha chiesto della non ricandidatura, ha spiegato che tornerà a dedicare tutto il suo tempo alla professione , considerato che la carica di numero 1 dello Yacht Club Italiano non è per nulla onorifica, ma richiede un impegno notevole, diviso tra i doveri di rappresentanza e di operatività richiesti a chi è comunque a capo di un club che è l’equivalente di un’azienda che fattura alcuni milioni di euro, con personale, servizi, relazioni con gli sponsor e istituzionali, questioni amministrative come le concessioni demaniali, l’organizzazione di regate complesse come la Giraglia.

Veniamo ai nomi. Si ripresentano i consiglieri uscenti Raffaello Corradi, attuale vicepresidente dello YCI, ingegnere navale, in passato direttore tecnico di Rimorchiatori Riuniti Spa e manager della flotta di Coe Clerici Group; Nicolò Caffarena, dirigente dell’Arinox Spa, che riveste l’incarico di segretario generale; il direttore sportivo Jean Dufour, imprenditore. E ancora, Andrea Ghisalberti (attuale direttore della sede nautica), Michele Remagnino (direttore delle attività giovanili) e Luigi Strata.

Ci sono poi, le nuove candidature. Quella di Carlo Cameli, nipote del fondatore dell’omonimo gruppo armatoriale, che fu uno dei più grandi d’Europa e oggi senior advisor per lo shipping di un fondo d’investimento italiano. E quella di Gregorio Gavarone, una lunga carriera nello shipping che inizia presso la Banchero & Costa e prosegue in Rimorchiatori Riuniti Spa, azienda fondata dal nonno, di cui è stato ad e presidente esecutivo, nonché presidente della subholding Rimorchiatori Mediterranei, di recente acquisita dal gruppo Msc. E ancora, l’imprenditore Andrea Bianchedi, l’amministratore delegato di Ansaldo Nucleare Riccardo Casale, Gian Maria Celle, Francesco Foppiano, Alberto Magnani, Antonio Miadonna, Federico Petrilli, il commercialista Renato Rovida e Pietro Seghezza.

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Yacht Club Italiano, gotha della vela: aristocratici in guerra per il presidente

Yacht Club Italiano di Genova, gotha della vela: aristocratici in guerra per il presidente

GENOVA – Per riconquistare il trono del circolo velico più importante d’Italia, lo storico  Yacht Club Italiano, sede nel porticciolo Duca degli Abruzzi di Genova, ruolo di grande blasone, ha coinvolto alcuni dei più bei nomi dell’imprenditoria, della finanza e, ovviamente, della vela italiana.

Carlo Croce , 76 anni suonati, di cui 20 già trascorsi come presidente del Yci, dopo che suo padre, il leggendario Beppe Croce ,  amico di Gianni Agnelli e anche di John Kennedy, lo aveva guidato per quasi trenta, dal 1958 al 1987, è ripartito all’ assalto.

Nella sua lista per governare il Circolo, luogo della massima nobiltà della vela genovese, italiana e mondiale, ci sono Marco Tronchetti Provera, Paolo Zegna di Montebello , Francesco De Angelis, il grande timoniere di Luna Rossa,  Luigi Durand de la Penne, nipote dell’eroe di guerra, Filippo Chiodini, Raffaele Bruzzo,  Enrico Isenburg, anche lui ex olimpionico, Filippo Pastorini Varini, Anna De Mari, Adriano Pescetto Faragutti, Federico Petrilli, Antonio Porta, Antonio Cairo, insomma, un  mix di giovani e attempati, di grandi imprenditori, con nomi superlativi, campioni della vela  e figli di grandi del passato, molti non residenti a Genova.

E, per lanciare l’operazione, Croce, che è stato anche presidente della vela mondiale e italiana, cariche perse contemporaneamente a quella genovese, ha addirittura convocato una conferenza stampa, con tanto di agenzia incaricata, in un restaurant genovese, uno strappo allo stile riservato e understatment in uso a Genova e soprattutto allo Yacht Club.

E così è venuta alla luce del sole la oramai incessante (da tre anni) battaglia per la direzione dello Yci, le cui mosse da mesi e mesi si stavano svolgendo in un certo mondo genovese, molto ristretto ma anche molto agitato, quello dei soci di questo nobilissimo circolo, il più antico d’Italia, fondato da una leggenda come Jack La Bolina. 

Se ne contendono la leadership da almeno tre anni a colpi di assemblee, nuovi statuti, alleanze, tradimenti, colpi di scena, ritiri sull’Aventino, ritorni e ricerche di grande alleanze,  o pareri di insigni avvocati e giuristi, facendo un po’ una questione di blasone e un po’, invece, di risultati e di efficienza.

Tutto era cominciato da quando “re” Carlo Croce” nel 2017, dopo venti anni, ne ha perso la presidenza, un evento a cui non si è rassegnato, malgrado il suo lungo regno e i notevoli ruoli ricoperti in Italia e nel mondo.

Sembra che quella uscita di scena sia stata come una ferita inguaribile, soprattutto per l’interessato, ma anche per il Club, che ha avuto ovviamente un altro presidente, Nicolò Reggio, un ingegnere navale, grande campione di vela, olimpionico,  scelto legittimamente, malgrado Croce avesse avuto più voti in  quella lacerante consultazione. Reggio si è inizialmente molto impegnato nel rilancio e poi è stato un po’ assente, quando la battaglia è ridiventata dura.

Il successore di Croce II e la sua squadra hanno portato rilevanti risultati economici, sportivi, di immagine e sopratutto di nuove relazioni con la città e più in generale con il mondo sportivo italiano e mondiale, riassestando anche il bilancio.

Le nuove elezioni, che sono già cominciate e che durano qualche mese per dare modo a tutti i soci, sparsi nel mondo, di votare, hanno riaperto la contesa che non si era mai sopita, malgrado i risultati e anche un nuovo Statuto, varato qualche mese fa per dettare regole precise e norme di comportamento in una organizzazione che ha il pregio della qualità, dello stile, della rinomanza e che, quindi, non può convivere in uno stato permanente di incertezza, polemiche, contrapposizioni per nulla eleganti, tra presidenti in carica, ex presidenti usciti e polemicamente assenti dalla vita del Club, ma presenti, presentissimi nella ricerca di una “vendetta”: “noi” e “loro”in un clima permanente di divisione, i “crociani” e gli altri.

Reggio, presidente uscente, si è ritirato con una nobile lettera, quasi coincidente con  la conferenza stampa di Croce, che annunciava la sua lista blasonata,  rompendo la  tradizione riservata del Club, al quale aderiscono molti dei più bei nomi della hig society italiana, in primis gli eredi di Gianni Agnelli.

 La lettera di Reggio ha un po’ calmato i rumors sul presidente in uscita, ma non la tensione.

 La lista che si contrappone a Croce e ai suoi “cavalieri” è meno ridondante nella nomeclatura, ma elenca nomi di soci molto impegnati nel circolo, nella sua modernizzazione e, soprattutto, nell’apertura alla città, che fino al  finale del regno di Croce aveva visto lo Yci un po’ chiuso nel suo mondo dorato, un po’ come un quartiere “alto”, con quelle sale eleganti e sobrie di grandi divani di cuoio, pavimenti di legno, effigi di grandi e piccole barche, orgoglio della storia velica non solo genovese. 

Gli sfidanti di Croce, Tronchetti Provera, Zegna e DeAngelis  sono Matteo Berlingieri, Gerolamo Gigio Bianchi, un illustre reumatologo, già indicato come il candidato presidente, Nicolò Caffarena, Matteo Capurro, Ettore Boschetti, Marco Centore, Raffaele Corradi, Laura Craighero Martinoli, Jean Dufour, Andrea Ghisalberti, Paolo Francesco Lanzoni, Alberto Marconi, Cristina Novi, Michele Remagnino, Luigi Strata.

La campagna elettorale si è subito incendiata e vede le due fazioni molto contrapposte nella ricerca dei consensi  in un clima che non è certo quello elegante dei blazer grigio blu, quasi una divisa dei soci. Croce non ha mai perdonato il fatto che, pur avendo incassato nell’ultima votazione il maggior numero di voti, i “direttori” eletti non avesse scelto lui come presidente, non rispettando nulla più di una vecchia tradizione e nessun obbligo formale.

I suoi avversari non hanno mai accettato il modo con cui era stata accolta una scelta diversa  da quella di incoronare ancora, dopo 20 anni, la gestione Croce,  vissuta come una specie di “bene di famiglia”, quasi che il lungo regno del padre, Beppe Croce, un vero gigante nella storia della vela per le sue capacità e il patrimonio di relazioni internazionali, dovesse avere per forza una continuazione familiare.

Oggi la contesa è anche infiammata dal fatto che le nuove regole stabiliscono la ineleggibilità alla presidenza di chi ha già svolto un certo numero di mandati e che questo calcolo si riferisce anche al passato e non solo a quanto succede dopo l’approvazione del nuovo Statuto.

Illustri avvocati e giuristi hanno  sancito questo principio, che esclude, quindi, una riincoronazione di Carlo Croce come presidente.  Ma la battaglia non si placa, contrapponendo in sostanza la riconquista del blasone della presidenza da chi pensa di averla ingiustamente persa, a chi bada al sodo di una gestione nuova più moderna, più aperta alla città, più equilibrata economicamente, che ha ottenuto solidi risultati negli ultimi anni.

 Intorno la città si è accorta delle novità  alla Yacht Club solo dagli articoli provocati dalla conferenza stampa di Croce, uscito dal suo riserbo, quello che lo faceva asserragliare in un silenzio un po’ tanto snob, quando, per esempio, arrivavano nella bella palazzina della sede al porticciolo Duca degli Abruzzi le richieste di incontri per discutere le novità del Water Front di Levante, il grande piano urbanistico nelle mani di Renzo Piano , che in un primo tempo prevedeva il tombamento del porticciolo. Ora di tutto questo non si parla più, il progetto ha preso altre strade e nessuno minaccia il trasferimento dello Yci. In questo senso il catenaccio di Carlo Croce non era stato sbagliato.

Il rapporto con la città governata tra l’altro da Marco Bucci, un sindaco velista, ancorché non socio dello Yci, è cambiato molto, ora è più aperto. Genova  punta molto sul mare e sulla vela, al punto che si è aggiudicata per il 2022  l’arrivo della Ocean Race, l’Everest della vela, la competizione mondiale più grande che ci sia con le Olimpiadi, sborsando una cifra vicina ai 12 milioni di euro per avere questo evento.

Forse conquistare il ruolo di presidente del club velico più antico d’Italia in quella grande occasione genovese è un motivo in più per giustificare l’asprezza della contesa senza esclusione di colpi che si sta consumando nei saloni riservati del vecchio Club? O è solo una questione di orgoglio blasonato contro efficienza e praticità economica?

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Yacht Club Italiano nel comitato internazionale del Mediterraneo

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GENOVA- Lo scorso 21 aprile 2022, nei locali dello Yacht Club di Monaco, l'Assemblea Generale dell'Associazione C.I.M. - Comitato Internazionale del Mediterraneo - ha rinnovato il consiglio direttivo secondo lo statuto modificato , con il preciso intento di rilanciare l'attività dedicata agli Yacht Classici. L’ultima Assemblea Generale ha permesso inoltre di validare il Regolamento di stazza CIM 2022-2025 proposto dalla Commissione di stazza, a seguito di 26 incontri e consultazioni con architetti navali, esperti velici, referenti di altri regolamenti classici e dopo la consultazione di molti armatori. I principali adeguamenti che sono entrati in vigore riguardano in particolare il calcolo della effettiva superficie velica delle vele di prua, un aumento dell’influenza del coefficiente di originalità e una maggiore importanza alla classificazione dei profili di carena.

L'Assemblea Generale ha anche permesso di eleggere il nuovo Consiglio di Amministrazione del CIM con il francese Frédéric Berthoz come Presidente, e gli altri membri di questo Consiglio, con poteri estesi, che daranno un nuovo impulso alle attività dell'associazione.

Il CA, poi riunitosi, ha proceduto alla nomina del proprio ufficio di presidenza, composto dal suo presidente, due vicepresidenti: Francesco Foppiano e Andrés de Leòn, un tesoriere: Thierry Leret, e un segretario generale: Rénaud Godhard. Dopo aver definito gli obiettivi e le linee guida, il Consiglio ha avviato la creazione di quattro Commissioni per strutturare la propria attività: Commissione Comunicazione, la cui presidenza è andata a Francesco Foppiano – Commissione Calendario ed Eventi, presieduta dallo spagnolo Andrés De Leòn – Commissione Sicurezza e Condizioni di Regata, sotto il monegasco Thierry Leret – Commissione Stazze sotto il Segretario Generale Rénaud Godhard.

"Il successo in queste elezioni è stato quello di riuscire a creare un direttivo unito e coeso - illustra il neo Vice Presidente Francesco Foppiano - mettendo insieme validi rappresentanti di tutte le nazioni. Grazie a questo nuovo forte direttivo, abbiamo come obbiettivo quello di rilanciare in grande stile il mondo delle barche d’epoca dopo l’inevitabile rallentamento degli ultimi anni. Il mio obbiettivo sarà quello di rendere il mondo delle barche d’epoca più inclusivo, spingendo per aprire la possibilità di definirsi barca classica anche a barche a cui fino ad oggi tale possibilità è stata negata. Da appassionato anche di auto d’epoca, bisognerà trarre ispirazione anche da quel mondo per cercare di replicare sull’acqua il boom che il mondo del collezionismo di auto ha avuto nel recente passato. Inoltre la cultura dovrà giocare un ruolo sempre più importante così come il valore storico delle imbarcazioni d’epoca, un vero e proprio patrimonio navigante. Last but not least, fondamentale sarà il coinvolgimento di una nuova generazione di appassionati e di armatori di barche d’epoca, tramandare ai giovani questo amore per queste barche sarà una missione oltre che un dovere morale". Il Comité International de la Méditerranée è stato creato nel 1926 a Cannes da Yacht Club Italiano, Yacht Club de France e Real Club Nautico Barcelona per promuovere ed organizzare regate internazionali nel mediterraneo, per 60 anni è stato il punto di riferimento per le regate nel mediterraneo. Il CIM ha vissuto una seconda vita nel 1999, quando è stato scelto per supportare lo sviluppo della nautica d’epoca attraverso la creazione di un regolamento dedicato agli yacht classici e la promozione di un circuito di regate associato. L'Assemblea Generale è composta dai vertici istituzionali degli Yacht Club fondatori, Federazioni veliche nazionali e Associazioni di Classe di Spagna, Francia, Principato di Monaco, Italia e Grecia. Il nuovo Consiglio di Amministrazione e i suoi 4 comitati è stato eletto fra candidati proposti dai membri della assemblea generale. Francesco Foppiano, 41 anni, genovese, Socio YCI fin da ragazzo, è stato da sempre un grande appassionato di barche d’epoca. A 19 anni è stato il più giovane skipper del circuito delle vele d’epoca ed a 21 il più giovane armatore. Oltre ad una sua attività professionale nel mondo della nautica, è professore universitario presso l’Università di Genova con un corso sull’evoluzione tecnologica e la storia delle imbarcazioni presso le facoltà di Ingegneria Nautica e Design Navale e Nautico. Oltre a essere il nuovo Vice Presidente del CIM, è il Segretario generale di FIBaS- Federazione Italiana Barche Storiche ovvero la federazione di tutte le associazioni e realtà italiane che hanno a che fare con le barche d’epoca, è Consigliere di Sail Training Association Italia e di YCI-Heritage nonché responsabile della biblioteca e dell’archivio YC

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